Vita di Carlo Magno imperatore nella Francia Picena – Traduzione da “Gesta Karoli Magni Imperatoris” di Notker Balbulus
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Il Professor Giovanni Carnevale, oggi coadiuvato dal Centro Studi San Claudio al Chienti, da circa 25 anni porta avanti la sua teoria che vedrebbe Carlo magno, Aquisgrana ed, in generale, il palcoscenico degli avvenimenti che caratterizzarono il suo periodo e le sue gesta, in Italia, più precisamente nelle Marche, e non nell’Europa nord-occidentale, come finora si è ritenuto. Come archeolog, purtroppo devo constatare che la suddetta teoria non ha ancora avuto riscontro da un punto di vista tecnico-scientifico. Non perché le prove non siano state trovate, ma perché finora, non si sono potute effettuare le adeguate indagini in merito. Ma allora perché io e l’Istituto che dirigo (l’International Research Institute for Archaeology and Ethnology, IRIAE) si sta interessando alla questione? È molto semplice. Pochi ricordano, forse per tacita accettazione, che anche la storia ufficiale presenta molte lacune. I luoghi e la toponomastica non hanno riscontro nella zona del basso Reno e di Aachen, l’utilizzo del termine Francia nelle fonti, quando all’epoca dei carolingi […] la Gallia non era ancora chiamata in tal modo, soprattutto nei testi in latino, l forte presenza franco-carolingia nelle Marche scientificamente provata ma poco studiata ed approfondita, la strana e mal spiegata translatio imperii di Federico Barbarossa, per citarne solo alcune. Ma anche lacune di tipo materiale: gli scavi svolti ad Aachen sotto la Cattedrale e nei ditorni a partire dagli anni ’60 che non hanno mostrato livelli stratigrafici anteriori al XII secolo, lo stile architettonico e planimetrico della Cattedrale di Aachen/Cappella palatina, l’assenza del tuguriolum in cui dovevano essere conservate le spoglie di Carlo prima di essere poste in esterno, la mancanza di prove tecnico-scientifiche che quelle reliquie siano effettivamente dell’Imperatore. Insomma, sono tante le domande a cui rispondere.
Quando fui contatto dal centro Studi San Claudio al Chienti fui invitato a recarmi nel Piceno per vagliare le teorie portate avanti dal Professore e la presenza di prove scientificamente valide. Fui colpito dal fatto che, se il Professore avesse ragione, tutte le lacune ed i quesiti irrisolti dalla storia ufficiale troverebbero risposta. Anche le indagini con il Geo radar effettuate nei luoghi dove il Professore ritiene essere seppeliti Carlo magno (a San Claudio), Pipino il Breve e Berta (a San Ginesio) hanno, sorprendentemente evidenziato la presenza di quelle che potrebbero essere camere sepolcrali la cui forma coincide con le descrizioni delle fonti. [..] Entrando nello specifico della presente opera, devo ammettere che ha richiesto un notevole lavoro di traduzione di un testo redatto in un latino tardo. Perché questo testo non è mai stato tradotto in precedenza? Molti studiosi lo hanno ritenuto poco attendibile, in quanto Notker non era coevo di Carlo e quindi […] sono descizioni di seconda mano la cui fonte primaria , però, era molto vicina all’Imperatore. […] Quindi credo che dinanzi alla necessità di approfondire gli studi sulla vita di carlo sia comunque importante avere questo testo a disposizione. […] In definitiva ritengo che il presente lavoro possa essere un prezioso ausilio a chi, da oggi, deciderà di approcciare a questa annosa problematica.
dalla Prefazione del Dr. Daniele Petrella, Presidente dell’International Research Insitute for Archaeology and Ethnology
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