Trentadue dicembre

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Fa freddo in una notte di fine dicembre del 1999 quando man- cano due giorni alla fine del secolo. Vecchi crucci affollano i pensieri del comandante del porto di Alassio Andrea Cantarelli, mentre con il nuovo compagno Biagio, un labrador champagne, finisce insonne e vagabondo ad attendere l’alba su una spiaggia gelida. Sulla sabbia è adagiato un corpo senza vita che con la sola muta presenza riaccende sottili fiamme di memoria; su quella sabbia, fino a pochi istanti prima, il comandante ha cercato di stilare un bilancio dell’anno che termina, un prima nota dal dubbio saldo. La sua compagna Pia è partita con le amiche per trascorrere le vacanze invernali nel mar Rosso e questa assenza giocherà, con sorpresa, passiva sul rendiconto. Da quella spiaggia dipartono gli eventi, slacciati, singoli e indipendenti per il comandante che li analizza con fare distratto, tal- mente distratto da finire vittima di un agguato. Sopravvissuto, sci- volerà nell’abbraccio vischioso della paura, spinto in basso dall’abuso di antidolorifici e dall’oscura vi- sione di sogni premonitori difficili da interpretare, fino all’intuizione di essere transitato da un secolo all’altro attraverso il passaggio se- greto di un giorno che non esiste. L’intreccio degli eventi rivive con il filtro postumo della psicoterapia, alla ricerca del punto di rottura, nel tentativo di sciogliere l’in- tricata matassa sfrangiata in ti- mori, speranze e disillusioni verso un futuro che si presenta moderno e in cifra tonda, ma che nei fatti trasloca al domani antiche questioni.

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