Le parole degli altri

Giovanni, complice una biblioteca resa molto ricca da una madre malata di shopping compulsivo e monotematico, aveva iniziato a leggere molto e non tanto perché volesse incrementare la sua cultura quanto perché riteneva estremamente pratico, nelle variegate contingenze della vita, non sforzarsi neanche di pensare a cercare e trovare parole sue ma più comodo limitarsi a ricordare ed utilizzare quelle degli altri. Meglio ancora se valenti scrittori.
Ne trovava sempre di pertinenti e mai fuori posto, vanificando la necessità di quelle proprie e riuscendo comunque a rendere piacevole la conversazione. Un esercizio in cui era diventato bravissimo. Ma talvolta quelli che eccellono in un talento rischiano inevitabilmente di diventarne schiavi. Paradossalmente sarà proprio un libro ad aiutarlo a liberarsi dai condizionamenti.