La scienza della commedia dell’arte o la libera filosofia del teatro
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Il libro apre sulla questione se si diano possibili relazioni tra teatro dell’Arte e scienza, sul principio del Seicento, nell’ambito del nuovo; in tale direzione conduce un circoscritto riscontro tra luoghi di testi teorici dei grandi comici e coevi testi di filosofi liberi, propugnatori di una nuova visione del mondo e nuova scienza. La sostanziale identità che ne emerge, se non sul piano operativo certo su quello programmatico e della formulazione di metodo, avvalora una volta di più la determinante rilevanza degli scritti teorici nel quadro di una sempre più articolata definizione della Commedia dell’Arte. Segue una indagine sulla proprietà linguistica e natura intrinseca delgrammelot, uno dei linguaggi più singolari, il parlare senza parole, che si affianca allagrande scoperta della parola corporea attuata dai comici dell’Arte, del corpo cioè come vera e propria lingua autonoma dal discorso parlato. La riflessione si concentra sulla questione se grammelot sia la cosa o la finzione della cosa, nello specifico se sia il discorso o la imitazione/finzione del discorso.
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