La mia strana compagnia

Non ho la velleità dello scrittore che è desideroso e ambizioso perché in possesso di effettive capacità artistiche. Non ho neppure nessuna forma di talento che mi abiti, sto solo mettendo in piazza una mia forma di disagio. Detto questo, ho comunque maturato la consapevolezza di aver trovato il modo di spingere fuori il mio pensare, senza l’obbligo di trucchi e parrucchi. Uso solo i miei angoli di follia per esprimere tutto ciò che senza di essa non riuscirei. Io vivo solo di piccoli momenti che riescono a ispirarmi fino a tal punto da rendere possibile quello che fino a un istante prima era irrealizzabile. Io non sono uno scrittore, sono solo un uomo che ha il bisogno di dire. Racconto fatti ed esperienze, andando su e giù per il mio tempo senza però dare molto peso alla cronologia. Io sono un privilegiato quindi felice. Ho avuto la fortuna di riuscire a capire in tempo quanto sia importante fotografare alcuni momenti della propria vita per poi tramutarli in un bel ricordo da incorniciare, oppure in qualcosa di utile chiamata memoria. Grazie a questa mia illuminazione ho potuto costruire il mio progetto con l’intento di creare un patrimonio intimo per il mio futuro e allo stesso tempo contemporaneo, e chissà magari non solo per il mio di futuro ma anche quello dei miei posteri. Dobbiamo capire quanto sia vitale la fotografia quando diventa memoria, quando riesce a farci ricordare anche cose che si vorrebbero rimuovere. “Il nostro ricordo è quel paradiso del quale nessuno ci può  privare”.