La dittatura democratica del capitalismo

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Le democrazie del ventesimo secolo hanno subito una deriva demagogica che le ha condotte a trasformarsi in dittature democratiche proprio come aveva previsto Alexis De Tocqueville duecento anni fa. L’autore, prendendo spunto dalle parole del pensatore liberale francese, descrive come ciò sia potuto avvenire ed individua chi tiranneggia chi, in una Nazione che tuttavia si definisce democratica. Ammonisce che una democrazia deve possedere in se stessa gli antidoti che scoraggiano l’instaurarsi di una dominazione non reversibile da parte di una maggioranza nei confronti di una minoranza ed individua tali antidoti. Le associazioni dei cittadini sono un valore della democrazia se non è permesso loro il coagulo in una maggioranza di interessi che supera la soglia del 50% degli elettori. Quando ciò avviene una democrazia non dispiega quel potenziale virtuoso che la fa preferire ad ogni altra forma di organizzazione sociale. L’autore, nel corso della sua vita, ha scalato molte posizioni di carriera in aziende private e pubbliche ed ha svolto a lungo la libera professione, fino a sviluppare una visione generale e particolare di una società democratica fondata sul lavoro. Il lavoro è infatti il valore primo di molte Carte Costituzionali, ma può anche diventare un disvalore quando una democrazia degenera. Solo chi ha maturato tante esperienze lavorative in modo autentico e non simulato è in grado di sollevare il velo che impedisce di discernere nella nebbia sparsa dalle classi dominanti.

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