I “Fratres” di Angelo Clareno – Da Poveri eremiti di papa Celestino a frati Minori della provincia di s. Girolamo “de Urbe”

«Dopo la rinuncia al papato di Celestino V (13 dicembre 1294) la situazione giuridica dei Poveri eremiti non appare del tutto chiara; nel registro di Celestino non si trova nessun documento a loro favore ed i diretti interessati, negli anni successivi, non furono in grado di mostrarne alcuno. È noto tuttavia che i Pauperes eremite domini Celestini ottennero di vivere osservando la Regola ed il Testamento di s. Francesco simpliciter et sine glossa, ma non per questo potevano dirsi frati Minori, in quanto sottratti all’ubbidienza del ministro generale, e benché fossero denominati Celestini in omaggio al Papa, non potevano essere ritenuti alla stregua di una congregazione di monaci Benedettini, non avendone preso la Regola. Molto probabilmente il loro riconoscimento venne sancito oraculo vivae vocis, visto che alla rinuncia di Celestino V non venne rinvenuto nessun documento che ne prevedesse la soppressione.» … (Capitolo Primo)
Con il presente volume l’autore si propone di indagare sulla complessa questione riguardante l’evoluzione giuridica dell’istituto dei Poveri eremiti e sul ruolo svolto da Angelo Clareno († 1337), che con l’appoggio del card. Giacomo Co-lonna († 1318), da Avignone, si batté con tenacia, affinché i suoi compagni potessero « continuare a servire il Signore », secundum propositum s. Francisci, vivendo in luoghi solitari sub regula tertii ordinis e sotto la protezione dei vescovi; per poi rientrare – sul finire del XV secolo – in più fasi ed a pieno titolo nell’Ordine dei frati Minori (1473-1484), fermo restando il concetto di osservanza spirituale della Regola scritta dal santo d’Assisi, da attuarsi secondo il suo senso letterale e «non secondo i pronunciamenti divulgati dai Romani Pontefici».