Jeannette – (storia di una donna lomelliana)

12.00

Jeannette è una donna anticonformista, energica, colta, sognatrice: la bisnonna acquisita dell’autrice, che ne narra la lunga e avventurosa vita, sempre controcorrente, trascorsa nell’area della Lomellina pavese tra la seconda metà dell’Ottocento e il primo quarto di secolo del Novecento. Nata in una nobile famiglia nella fase storica di passaggio al capitalismo agrario, sposa un borghese, proprietario di una grande tenuta. La giovane donna, abituata fin da bambina a vagabondare nella campagna, impara dalla sua terra, quella pianura che ovunque confina con il cielo, l’idea di libertà assoluta: di carattere inquieto e ribelle, Jeannette è uno spirito anarchico. Nella sua libertà trovano spazio le amicizie con le creature invisibili della natura, insieme agli interessi per la storia e per le tradizioni lomelline, per le arti, e perfino per l’alchimia. I quattro elementi fondamentali del cosmo, aria, terra, acqua, fuoco, fanno da trama sottesa a ogni sezione del breve romanzo, pur restando sempre sullo sfondo. A contatto con la realtà faticosissima di chi lavora la terra, Jeannette si avvicina alle idee del nascente socialismo: apre un doposcuola rurale per i bambini dei contadini e per le “filerine”, evitando una paternalistica filantropia e impegnandosi a dare dignità a chi lavora nella sua cascina. Rimasta vedova ancora giovane, con sei figli da crescere, si assume il compito di condurre l’azienda: è tra i primi agrari a favorire le otto ore di lavoro nelle risaie, attirandosi le angherie dei proprietari vicini. Tutti i personaggi sulla scena sono storici, dallo squadrista Cesare Forni al bandito il Biundin, fino al duca degli Abruzzi: tutti personaggi realmente conosciuti da Jeannette nell’arco della sua vita, vissuta con partecipazione dalla seconda guerra d’indipendenza fino a oltre l’assassinio di Matteotti, attraverso gli scioperi agrari tra la fine dell’Ottocento e il primo Novecento, la Grande Guerra, il difficile dopoguerra e gli scontri tra rossi e neri, particolarmente violenti in Lomellina. L’eccentricità di Jeannette (che coltiva anche interessi per la teosofia, nello spirito post-positivista dell’epoca) la definisce, proprio etimologicamente, come “fuori centro”: aperta allo spazio e al tempo. Una figura che trascolora continuamente, capitolo dopo capitolo, tra il personaggio mitico e la donna che incarna lo spirito materico della sua terra.

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